di sr Claire Chaux (traduzione di sr Valeria D’Amico)
Nella capitale del Ciad, le misure di contenimento del virus sono molto precise, ma difficili da rispettare (alcune sono state già tolte il 21 maggio). Claire testimonia di ciò’ che vede, di ciò che vive e della fede che la sostiene per non cadere nello scoraggiamento.
A N’Djamena non c’è un isolamento reale come in Europa. Ma ci sono delle “misure barriera”, come per esempio il distanziamento di un metro tra le persone, l’invito a lavarsi regolarmente le mani e l’obbligo di portare la mascherina in strada e nei luoghi pubblici. Sono stati anche imposti il coprifuoco dalle 20 alle 5 e la chiusura delle frontiere. Così noi non possiamo più andare a fare una passeggiata là dove avevamo l’abitudine di andare e camminiamo nel nostro giardino…
La distanza di un metro tra le persone è difficile da realizzare, soprattutto nei mercati: siccome alcuni ingressi sono stati bloccati, le persone si affollano nei passaggi rimasti. Adesso, i mercati aprono di nuovo tutte le loro entrate ed anche i negozi.
I ristoranti, i bar e i negozi non alimentari chiusi…. La notte dormivamo molto meglio; in effetti, essendo circondate da bar, di solito avevamo molto chiasso nel quartiere, qualche volta fino alle 3 del mattino! All’inizio eravamo sconcertate dal silenzio che regnava intorno a noi. Ma adesso i bar ed i negozi non alimentari stanno riaprendo…
I minibus soppressi. Le auto sono autorizzate a prendere 4 passeggeri al massimo. Ma il traffico è ancora molto intenso, con molte moto in più rispetto a prima. Allora i minibus hanno potuto riprendere a circolare, ma portando al massimo 10 passeggeri.
Le scuole ed i luoghi di culto chiusi. Per i cristiani è stato particolarmente difficile vivere questa misura di contenimento. Non avere più messe, né catechesi, né incontri nelle CEB (Comunità Ecclesiali di Base), né altri incontri abituali, è stato duro per le persone che sentono di non poter nutrire la loro fede. Molti ascoltano le messe alla radio o guardano la televisione e per questo, nuove trasmissioni radiofoniche sono state realizzate dalle diverse commissioni diocesane. Per esempio la commissione diocesana della catechesi ha deciso di fare delle trasmissioni di 20 minuti ogni settimana soprattutto per i catecumeni e la commissione diocesana per le vocazioni una trasmissione di un’ora ogni mese. E’ un modo d’incoraggiare i cristiani e di sostenerli nella loro fede in questo tempo di prova.
Sono stupita della fede dei cristiani. Nonostante sia difficile realizzare e vivere queste “misure barriera”, i cristiani continuano a dire: “ Dio è grande e ci proteggerà” oppure “bisogna pregare molto e tutto passerà”. Credono nella presenza di Dio e, nonostante la situazione difficile che attraversano, sanno riconoscere che Egli è là, ogni giorno, e non li abbandona.
La comunità
In comunità anche noi cerchiamo di vivere queste “misure barriera”. Per esempio, ogni persona che viene a trovarci deve lavarsi le mani in cortile e noi stesse ci laviamo molto spesso le mani… Rispettiamo la distanza di un metro sia con le persone che vengono, sia tra di noi in comunità. Abbiamo anche deciso di disinfettare le maniglie delle porte…
Adele, che lavora in ospedale, porta sempre la mascherina. Le altre suore della comunità lo fanno nei luoghi pubblici e in strada. Cerchiamo anche di evitare le visite nel quartiere.
Valérie e Valeria vivono la missione restando quasi sempre in casa, soprattutto per l’accompagnamento spirituale.
Ed io, impegnata nella catechesi, lavoro soprattutto in casa, andando in ufficio soltanto una mattina a settimana.
Non è facile vivere questo tempo del covid-19, perché ci spiazza. E ci sentiamo senza mezzi. Personalmente cerco di pormi alcune domande: che cosa il Signore mi dice attraverso tutto questo? A cosa mi chiama? Ho sentito delle chiamate, come ad esempio, fare delle trasmissioni radiofoniche per i catecumeni ed i cristiani, oppure pregare di più per le persone che soffrono, quelle che sono più isolate … Continuare ad accogliere T. e P., malati psichiatrici, per i quali è importante venire regolarmente in comunità, semplicemente per essere ascoltati…
La tentazione dello scoraggiamento é grande, ma domando al Signore di non cadere in essa, poiché desidero incoraggiare quelli che ne hanno bisogno ed aiutarli a credere che la vita é sempre più forte della morte.