Ilaria ci presenta il libro di sr Francesca
“Testimonianze del Regno dei cieli”
Suor Francesca spiega in un breve saggio l’intuizione di Maria della Provvidenza: andare dalle profondità del Purgatorio fino agli estremi confini della terra
“La realtà del Purgatorio non è facile da percepire, può mettere paura e quindi non venire affrontata”. Inizia così sr. Francesca Radif il suo saggio Testimonianze del Regno dei cieli. Si tratta di un viaggio alla scoperta di una delle eredità importanti che Eugénie Smet, fondatrice delle suore Ausiliatrici delle anime del Purgatorio, ci ha lasciato: il Purgatorio come tappa fondamentale per ogni uomo e donna per poter finalmente incontrare il vero volto di Dio, e così riconoscere la propria identità di figli amati.
Oggi non si crede più al Purgatorio; lo si immagina come un luogo fantastico che Dante ha ben romanzato, o un posto fatto di fuoco e fiamme per espiare i propri peccati…solo letteratura. Ma, se da una parte la Chiesa ci parla di Purgatorio come realtà seconda del dogma proclamato nel Credo (Gesù che discende agli inferi per risuscitare i vivi e i morti), dall’altra Eugénie Smet (Maria della Provvidenza) nel XIX secolo ne scopre il potere vivificante grazie alla forza della preghiera. “Maria della Provvidenza sperimenta fin da bambina l’amore di Dio che desidera ricambiare – scrive suor Francesca – Chiedeva a Dio di fondare una comunità in cui le anime del Purgatorio non fossero mai più dimenticate”. Da qui il suo impegno a pregare, soffrire e agire per le anime del Purgatorio per vivere con loro una comunione perfetta, sentirsi famiglia di Dio con vivi e defunti. Partendo dall’esempio di San Paolo, che fece esperienza diretta dell’amore di Dio e determinato a ricambiarlo, annunciando questo amore a tutto il mondo, suor Francesca spiega come anche Maria della Provvidenza fu folgorata dall’amore di Dio e spese la sua vita per ricambiare questo amore attraverso il servizio alle anime del Purgatorio.
Ma in che modo? Prima di tutto con la preghiera: “vivendo l’unione con Cristo, anche noi riceviamo la forza e l’amore per invitare gli altri alla conversione”. Quindi, la preghiera di intercessione al Padre che ascolta e veglia, come primo modo per offrire la propria vita ai nostri fratelli e sorelle.
Poi, con la compartecipazione alle sofferenze degli altri: Maria della Provvidenza e le ausiliatrici scelgono la vita con coloro che passano da situazioni di prova, decidono di accompagnarli nelle tappe dolorose di crisi, in cui sembra non esserci più speranza, in cui il peso dei problemi schiaccia. Ma non è che una tappa, perché lungo il cammino, si scopre lo sguardo di Dio che vivifica, si giunge a un di più di vita.
“Il fuoco d’amore – dice suor Francesca – unifica e purifica”. Eccolo allora il Purgatorio! E’ una tappa di purificazione per ricevere il dono della libertà, una fase in cui lasciarsi far bruciare dall’amore di Dio per essere a nostra volta fiamma che scalda altri cuori. Niente uomini che bruciano nell’olio bollente e si disperano quindi, ma il reale che abitiamo per poter scoprire la pace del cuore e raggiungere la libertà di figli amati.
E infine, essere con chi vive situazioni di purgatorio attraverso l’azione: soffrire con gli altri, essere in comunione con gli altri in preghiera e azione concreta, ciascuna nei suoi luoghi di lavoro e apostolato. Il vero amore si comunica nei fatti, per questo bisogna “iniziare un cammino di purificazione qui e ora”. Cioè, non pensiamo che il Purgatorio sia semplicemente un evento del domani quando l’anima farà il suo lavoro di pulizia. Il Purgatorio è oggi, questa mattina che mi sveglio e piango perché ho tanti pensieri e difficoltà da vivere: viviamolo! Così le ausiliatrici sono vicine a quanti vivono questa tappa nella realtà di oggi, per raggiungere insieme l’incontro con Dio, oggi. Ed è così che “Cristo, nel tempo e nello spazio, costruisce la sua Chiesa”, conclude suor Francesca.