La casa della povertà, dall’ebraico Anya, intesa come sobrietà, umiltà, essenzialità.
La casa dell’amicizia, dell’accoglienza.
La casa della scommessa, dall’inglese Bet.
Siamo Irene, Sara ed Elena, e dal 9 gennaio 2021 abbiamo iniziato un’esperienza di vita comunitaria nel quartiere di Bonola, a Milano.
In effetti questa esperienza è una vera e propria scommessa. La posta in gioco non è il denaro, ma una ricchezza molto più grande: l’altro.
L’altro è qualcuno di diverso da me, con una vita differente, con abitudini diverse, con gusti diversi, con pensieri, vissuti ed emozioni diverse. Quindi perché pensare di vivere con qualcuno che non ho scelto io e per giunta diverso da me? Ecco, forse la scommessa più grande sta proprio in questo “perché”, che per noi coincide anche con la motivazione che ci ha fatte incontrare.
Il motivo per cui abbiamo maturato questa scelta è quello di condividere la nostra quotidianità: la spesa settimanale, la cura della casa fino alle esperienze comuni anche al di fuori della nostra piccola realtà. Non è una semplice esperienza di coinquiline. Ciò che la contraddistingue è proprio lo sguardo che abbiamo tra di noi e con le persone che accogliamo nella nostra casa; è uno sguardo con il quale ci stiamo aprendo anche ai bisogni del quartiere in cui abitiamo.
Il nostro stile di vita non si basa sul coltivare il proprio “orticello”, non vuole lasciare il resto mondo fuori dalla porta di casa, ma è uno stile di vita che dice: “Se ci sono io, è perché esiste l’altro”, quindi l’altro diventa essenziale per la mia esistenza.
Viviamo questa nostra vita comunitaria con profonda gratitudine per chi ci ha fatte incontrare, per la parrocchia che ci ospita, per chi ci guida in questo percorso, per chi arricchisce la nostra casa entrando e uscendo, per come stiamo imparando a smussare l’una gli angoli dell’altra. Siamo grate, infine, perché siamo certe che questo non sarebbe accaduto senza qualcuno o qualcosa di più grande, che alcuni chiamano destino, altri filo rosso, altri ancora lo chiamano Gesù.
La nostra storia è ancora tutta da scrivere, ma possiamo già affermare di essere felici per aver cominciato a costruire una piccola realtà fatta di gesti d’amore concreti.
Sr Enrica, la prima a destra nella foto di copertina, ha accompagnato il percorso de “La Bussola” e de “Il Veliero” e oggi continua ad accompagnare il cammino di questa piccola comunità di giovani.