Papa Francesco incontra i teologi morali per aprire un cammino di rinnovamento.
Tra loro, c’era anche suor Carla Corbella
Da un convegno di teologia morale ad un…faccia a faccia con Papa Francesco! Non capita tutti i giorni e per me è stato un dono imprevisto e imprevedibile. Dal 21 al 23 marzo ho partecipato al Convegno dell’Accademia Alfonsiana a Roma intitolato: “Sant’Alfonso: pastore degli ultimi e dottore della Chiesa” nel quale ho tenuto una breve relazione sulla formazione della coscienza. Il convegno è stato molto coinvolgente e interessante con tre sessioni: Teologia morale fondamentale, Bioetica, Morale sociale. L’attualità della proposta morale di Sant’Alfonso, che è stato avvocato, confessore, teologo morale e vescovo, chiede un rinnovato impegno verso una morale sempre più intersecata con le altre discipline ed in dialogo con la modernità. Ciò non è esente da rischi. Anche seri.
Questi due giorni di lavoro teologico e discussioni vivaci si sono conclusi con l’udienza dei partecipanti e di tutti i docenti dell’Accademia dal Santo Padre. Eravamo circa trecento persone. Da un convegno di teologia morale ad un…faccia a faccia con Papa Francesco! Non capita tutti i giorni e per me è stato un dono imprevisto e imprevedibile. Dal 21 al 23 marzo ho partecipato al Convegno dell’Accademia Alfonsiana a Roma intitolato: “Sant’Alfonso: pastore degli ultimi e dottore della Chiesa” nel quale ho tenuto una breve relazione sulla formazione della coscienza.
Il convegno è stato molto coinvolgente e interessante con tre sessioni: Teologia morale fondamentale, Bioetica, Morale sociale. L’attualità della proposta morale di Sant’Alfonso, che è stato avvocato, confessore, teologo morale e vescovo, chiede un rinnovato impegno verso una morale sempre più intersecata con le altre discipline ed in dialogo con la modernità. Ciò non è esente da rischi. Anche seri.
Questi due giorni di lavoro teologico e discussioni vivaci si sono conclusi con l’udienza dei partecipanti e di tutti i docenti dell’Accademia dal Santo Padre. Eravamo circa trecento persone.
L’esortazione che abbiamo ricevuto è a “stare sempre dalla parte dell’essere umano concreto, a “non dimenticare il sentire del popolo” a cui ognuno appartiene, a saper assumere la responsabilità della “via mediana”, tra rigorismo e lassismo, che cerca di coniugare il valore, la norma e la persona. E quest’ultima è la più importante da salvaguardare. Una via mediana, che è rischiosa, ma anche per questo può essere creativa. Come teologici morali, Papa Francesco ci ha chiesto di osare, senza paura di cercare, sempre e di nuovo, vie di incontro con la gente: “È per loro che voi studiate, pensate e pregate”.
E’ stata un’esperienza profonda e particolare. Ero casualmente in prima fila perché un collega mi ha ceduto il suo posto. E mentre ero lì, tutta emozionata, ho pensato che ero là come un’Ausiliatrice mandata a nome di tutto il corpo, per ricevere un mandato che coinvolge tutte noi, oggi.
Al momento dei saluti personali al Papa sono rimasta muta, incapace, proprio io, di proferire verbo. Ho sorriso e papà Francesco mi ha sorriso con simpatia. Ammetto di non aver capito bene cosa stesse succedendo, ma sono grata di questi doni inaspettati.